domenica 19 aprile 2009

L'sms del tradimento

Agosto 2005

Furiosa, Ana chiuse la porta alle sue spalle, in mano una valigia in cui aveva ammassato alla rinfusa abiti leggeri, camicette firmate, jeans stinti e strappati ad arte. Tremava di rabbia. Da lui, ottimo padre di famiglia, professionista serio e stimato da tutti, non se lo sarebbe mai aspettato. Come aveva potuto? Un’amante! E lei, sciocca, che lo aveva scoperto quasi casualmente armeggiando nel suo cellulare dimenticato sul letto, mentre il getto della doccia scrosciava in bagno. Leggeva e rileggeva quel messaggino scritto in un italiano così stentato da far ridere, se non fosse che era indirizzato a suo marito.

-Amor non esere triste, scusa tanto se te ho fato arabiar par mio problema.. me gostaria te veder ..tanto baci..tua Bridget-.

Incredulità, rabbia, rancore e un dubbio. E se fosse tutto un errore, uno scherzo? Respirò profondamente. Ora in lei prevaleva la manager, la direttrice d’azienda che tanto impulso aveva dato alle attività imprenditoriali del marito. Doveva indagare prima di esplodere.

E guardò piena di rancore il marito che, avvolto in un accappatoio verde marcio, con i capelli ancora gocciolanti, stava dirigendosi verso il grande guardaroba accostato alla parete di fondo, nascosto da pannelli scorrevoli.

L’uomo, passandole accanto, colse l’occhiata di Ana ma non fece in tempo a proferir parola, che già lei se n’era andata sbattendo la porta alle sue spalle. Corrugò la fronte perplessa poi comincio a rivestirsi attento ai particolari, come niente fosse. Fuori Ana sembrava un animale ferito e per calmarsi, aveva preso il cane dirigendosi verso il boschetto, al limite della villa padronale in cui abitava. Ma il rancore e la rabbia non sbollivano, anzi aumentavano ad ogni passo che la portava verso quell’angolo di paradiso, annunciato dallo scorrere lento fiume fra i sassi , dai lembi d’azzurro distesi nel verde, dal silenzio ovattato del sottobosco. Tutta la sua vita era qui. Rivedeva figli piccoli, le barchette di carta lanciate nella corrente; risentiva le loro voci sull’altalena sotto il grande albero, nei sentieri intorno. [...]

lunedì 6 aprile 2009

Incipit de “ Il segreto di Ana”

Cari lettori,
come promesso vi riporto di seguito l’incipit del libro, nella speranza di poter ricevere tanti commenti. Vi ricordo che per la ristampa del libro vorrei coinvolgere voi lettori inserendo alcuni dei vostri commenti, che selezionerò. A proposito, avete qualche suggerimento per il titolo della ristampa?
Prima di lasciarvi alla lettura, vi ricordo che il libro è acquistabile direttamente a questo link.


La giovane scrittrice raggiunse finalmente il casolare bianco disteso nel sole di fine estate. Si guardò attorno curiosa e provò un tuffo al cuore. Quella buganvillea rossa che incorniciava il vecchio portone, fresco pergolato sulla destra, la selvaggia vite americana che aveva quasi ricoperto la facciata di arancione e oro, le erano così familiari!

-Logico- pensò, -dopo quello che è successo qui, le foto su tutti i giornali- senza esitare un attimo, aprì il vecchio portone dalla cornice scrostata con gli orli arricciati e biancastri per la grande calura degli ultimi tempi. Un’ondata di luce penetrò il buio della stanza illuminando il bel volto di Ana nel quadro appeso alla parete, di fianco al camino. La ragazza si avvicinò, guardò attentamente il quadro provando quella sensazione del già visto, ma le foto di lei erano rimbalzate dai giornali e dagli schermi televisivi con una tale violenza che provare questo senso di disagio era forse del tutto normale. Voleva scriverne la storia, era qui per questo. La sua grande occasione per diventare qualcuno. E aveva ringraziato di cuore l’amico, titolare dell’agenzia immobiliare che, vedendola apparire all’improvviso in ufficio, aveva esclamato sorpreso:

-Bea, cosa ci fai da queste parti?-
-Ho saputo che la vecchia signora americana ha messo in vendita il casolare sulla collina; mi piacerebbe abitarci per un po’… ho in mente di scrivere qualcosa-
-Devo diventare una grande scrittrice… ricordi?- aveva poi aggiunto ridendo.
-Beata te, che credi ancora alle fate!-
-Guarda che è un posto isolato e potresti trovarci “il lupo cattivo”- e l’aveva guardata benevolo, leggermente canzonatorio, -ma se proprio ci tieni, chiederò io il permesso alla signora-.

Qualche giorno dopo, l’aveva contattata per le chiavi, offrendole così l’opportunità di starsene per qualche tempo nel casolare, teatro purtroppo di una vicenda davvero sconcertante e drammatica.

-Ma non toccare niente- si era raccomandato, -dopo quel che è successo lì, quel posto vale oro!-
-Ah dimenticavo. Il laboratorio… lascia stare, meglio non entrarci-.
-Ciao, a presto!-
-Ciao e buona giornata!- [...]

mercoledì 11 marzo 2009

Ecco il segreto...

...Fu così, che addentrandomi in tutto ciò che la mia prof. mi aveva ben descritto mi sono ritrovata sulle tracce di Ana.
Vero è il suo racconto, vera è la sua storia.


La storia di Ana, mi ha appassionato così tanto che giorno dopo giorno, (un anno fa) ne ho scritto un racconto, intitolato, per l'appunto: "il segreto di Ana" pubblicato, da Ismeca libri.

Ma non so se le cose sono andate davvero così... come le ho raccontante.

Ma quando mi sono ritrovata a seguire le sue tracce... proprio in quel momento... anche i carabinieri, stavano indagando nuovamente su di Ana.
Grazie ad un ciondolo ritrovato (quello che vedete nel banner del blog), che tanto ha caratterizzato Ana e la sua vita.

Ed eccoci qui, ad un passo dalla verità totale e con in mano ancona la voglia di fare giustizia e di rievocare il nome di questa donna tradita dalla vita due volte.

Un libro che ha appassionato molte persone, ma che adesso voglio completare con i commenti dei miei lettori blogger e non. Tante le lettere inviatemi, tante le diatribe...

Voglio per questo integrarlo, migliorarlo, per vedere se tra i miei appunti sparsi ne può venire fuori quel particolare che ritrae la storia di Ana nella Giusta maniera.

Perchè se una giustizia nella vita c'è.. e allora che venga fuori.

Chiedo aiuto a voi... miei amati lettori.
Ringraziandovi per il supporto che mi avete dato finora e per la stima che avete dimostrato nei miei confronti.

D'ora in poi, pubblicherò alcune parti del libro e mi aspetto le vostre impressioni a riguardo...

chi vuole continuare a seguirmi???



.... Qualcuno di voi si sarà chiesto: ma l'ultima lettera? bhè... Io, ovviamente, l'ho già letta.. ma vi lascio l'ultimo segreto... ancora per un po'.

Buona notte.

P.

giovedì 5 marzo 2009

La penultima busta

Tiriamo le somme.. è giunta l'ora!

Ana scopre un sms, che la porta alla verità: il marito la tradisce.
Fugge.. in un posto meraviglioso: la Vallugola.

Qui vive, all'interno di un incantevole casolare bianco, un ragazzo di giovane età, un artista affascinante, Marco.

C'è un vaso, misterioso, che attrae l'attenzione della mia prof..

Ricopio di seguito due lettere che mi sono state inviate dalla mia prof. defunta e imbustate nella stessa lettera. E spedite una settimana prima della sua morte....

La penultima busta.

Cara,

Ana ha vissuto ed è scomparsa, non si sa come, era una donna bella e sportiva, intelligente e poco più che quarantenne. Reale è la sua storia, così come sono reali i posti in cui è nato il suo Amore per Marco.

Bea.



Cara,
di fretta, ancora una volta, perchè questa storia mi sta togliendo il fiato.
Ho bisogno di parlarne con qualcuno.. sono disperata... e so che ormai ti ho dato tutti i presupposti per far sì che la tua mente sia scevra da pregiudizi.

L'amore rinasce... può rinascere... sottoforme diverse e variegate. Ma nel caso di Ana, mette a repentaglio una famiglia... dei figli.

Quanto c'è di giusto in una nuova relazione d'amore con un ragazzo di giovane età?
Come può questa fiamma avere il potere di distruggere un'amore consolidato?


Non riesco, mi spiace, non riesco. Sono afflitta, mia cara. Non capisco più da quale parte sta la ragione. Ho un enorme conflitto interiore...

Quindi, oggi, sono rientrata nel casolare dove Ana ha vissuto la sua storia d'amore... Sono stata lì dentro per un po' di tempo... tanto... Volevo "degustare" quell'ambiente.. alla disperata ricerca di comprendere il motivo di tutto questa storia drammatica.

Mi sono seduta sul pavimento e lì, di getto, ho scritto degli appunti...


Ti saluto.
Sono senza fiato.

Bea.



.... Amici, cari commentatori e utenti, domani parto per la Vallugola.. è ora.

Venerdì sarò di ritorno e vi scrverò.. Spero tanto, spero definitivamente.. è giunto il momento di andarci a fondo... CERCO SOSTENITORI....o semplicemente un "buon viaggio" da parte di TUTTI VOI....


Un abbraccio caloroso,
la vostra Pandora...

giovedì 26 febbraio 2009

Il falso gioco delle coppie

Mia cara,

spero che la tua ricerca su Ana sia stata finora fruttuosa. Sicuramente ti sarai fatta un’idea di lei, della sua personalità.
Spero che tu abbia capito che si tratta di una donna tradita.

E' stato un sms ad inchiodare il marito e le tante mail ritrovate più tardi, le mostrarono una verità che non avrebbe mai potuto neanche immaginare.

Mi sembra di conoscere perfettamente questa donna, e invece so di lei solo attarevrso la voce delle persone con cui ho parlato: il suo orgoglio di donna ferita, una donne forte, una donna in carriera .... una famiglia perfetta.
Suo marito: il migliore degli uomini!
Il tradimento: solo agli altri, non a lei!

E’ la sua dignità che l’ha porta qui. Via da tutto.
E’ la sua sofferenza, il suo nascondersi, che la fa scappare. Via dal mondo. Magari per sempre…

Si tratta di una debolezza o di una forma di ribellione?
Dimmelo tu... perchè io non ho risposte... sono troppo dentro la sua generazione, mi riscopro troppo in questa donna..


Un tempo le donne subivano in silenzio, si nascondevano dietro la facciata del perbenismo, si vergognavano, negavano.
Oggi le cose sono parzialmente cambiate anche se la società in cui viviamo, di stampo ancora troppo maschilista, è più propensa a chiudere un occhio sul tradimento dell’uomo e condanna la donna specie se madre.

Eppure Ana, aveva tutto il diritto di rifarsi una vita, senza problemi.

Mentre fugge, brutalmente, piuttosto che sottoscrivere il falso gioco delle coppie.

Scusa il mio sfogo.
Bea.

martedì 24 febbraio 2009

Il Vaso

C’è un vaso nel laboratorio. Si tratta di un vaso molto particolare, non è come gli altri vasi ancora grezzi, da finire di lavorare o da cuocere, è finito e già pitturato. É molto grande, decorato con la figura di una danzatrice che si abbranca all’orlo. Ha il corpo nudo e muscoloso di un marroncino sfumato, le gambe piegate e le braccia sollevate. Quasi a voler reggere in uno sforzo supremo il vaso gigantesco. Una crocchia di capelli biondi le illumina il dorso tratteggiato da grosse linee marroni su sfondo bianco.

Bea



Una lettera brevissima quest'ultima .. che mi lascia solo interrogativi e poche certezze su cosa sia potuto succedere a Bea prima di morire o ad Ana, la donna della quale era alla ricerca..

Perché Bea mi ha scritto una lettere parlando solo ed esclusivamente di questo vaso? Cosa ha di particolare? Perché con tutto quello che aveva attorno proprio quel vaso ha suscitato la sua attenzione?

Mi ha inviato anche la sua fotografia ma non posso pubblicarla nella sua versione originale per evitare di violare possibili diritti d'autore, in fin dei conti non so bene da dove venga questo vaso.. ho quindi optato per un artwork che lo offuschi un pochino.

Che senso ha dopo avermi raccontato una vicenda umana del genere , pregna di sentimenti forti, soffermarsi così tanto su un semplice vaso? Quale potrà essere il suo vero valore o dietro questo vaso c'è una metafora che non riesco ad afferrare?

Sono più confusa che mai.... P.

martedì 17 febbraio 2009

La fuga

La fuga... avrei dovuto parlartene prima.

Io è da tanto che ci penso, perché so che una cosa: Ana se n'è andata da sola per le ferie estive lasciando tutto e tutti senza dire nemmeno dove andava. Perchè?
Per quale motivo ha scelto la pace di una spiaggetta sassosa, lontana dalla città dai suoi affetti?

All'albergo è arrivata sola, di questo sono sicura, mia cara.

Me l'hanno descritta come una donna stanca e senza troppa voglia di parlare, piena di risentimento e desiderosa solo di pace ...ma anche di vendetta, mi viene da dire.

Perchè una persona appagata se ne sta tranquilla, non cerca altro, ma lei non sembrava esserlo.
Probabilmente quel famoso sms scoperto per caso le ha fatto capire tante cose, ha mandato in frantumi tutte le sue certezze, di donna e di moglie felice, mi hanno detto di averla vista piangere sola al bar, distrutta.

Penso che per capirla davvero è necessario conoscere questo suo cammino interiore, per quanto le nostre vite siano diverse, anche se io non ho né marito né figli, un po alla volta mi sto immedesimando in lei sempre di più: il dolore iniziale, la rabbia, la voglia di sentirsi ancora amata e protetta.

Che cosa pensi tu, di una donna che non perdona e che si affida a un nuovo amore nonostante tutto?
A presto,
Bea

venerdì 13 febbraio 2009

Facciamo il punto

Per non perdere la strada ricapitolo i punti salienti:

PERSONE COINVOLTE
il ragazzo
Ana
La prof. Bea

IL BACKGROUND E I LUOGHI

Baia Vallugola
albergo
casolare

  1. Bea si trova in Baia Vallugola.
  2. Visita un albergo e un casolare bianco.
  3. Parla di una donna e di un suo ritratto.
  4. Esiste un ragazzo, dalla vita controversa, un'artista all’incirca della mia età.


QUESITI:

  1. Dove si trova il quadro con il ritratto di Ana?
  2. In quale abitazione si trova Bea?
RIFLESSIONI:

Il posto in cui si trovava la mia insegnate è una baia turistica, il ragazzo di cui parla si può “concedere il lusso” di passare lì anche un week end. Evidentemente non è un forestiero. Bea, quindi, potrebbe conoscere questo ragazzo perchè magari è della sua stessa zona.

Infatti. Notate questa espressione, apparentemente irrilevante:


.... Non sono molto distante dall'università, la Baia Vallugola è tra Pesaro e Gabicce, a cavallo tra Marche e Romagna, meno di un'oretta di macchina e potrei essere in ufficio...

Bea continua dicendo:

… … anche se qua mi sembra di essere distante migliaia di chilometri dalla vita quotidiana. …. è una zona abbastanza difficile da trovare se non si è del luogo…..

Isolamento e stacco dal quotidiano. Una baia, lontana da occhi indiscreti. Un punto di incontro tra vite che agli occhi degli altri vivono parallele e distanti.

Cosa si sta celando?
Un ragazzo della mia età e Ana, donna all’incirca dell’età della Prof, non è una coincidenza assurda?
Cioè... quello che intendo farvi notare è questo

Ragazzo = Pandora
Ana = Bea

Si può amare un ragazzo così tanto più giovane?
Oppure questa “misteriosa” Ana, nascondeva un figlio illegittimo?

E ancora ribadisco:
  1. Perchè Bea ha preso tanto a cuore questo tema e ha deciso di dirlo a me?
  2. E perchè si nasconde dietro a delle lettere che mi ha spedito quando sapeva che io non potevo leggerle?
  3. Se aveva bisogno di una "mano" in quel momento, non poteva scrivermi delle mail?

mercoledì 11 febbraio 2009

Quarta lettera.

Mia cara,
sono tornata oggi dall’albergo di cui ti ho parlato e sono arrivata ad un casolare bianco, con due ali laterali, una casa molto bella, quasi mi ricorda le ali di un gabbiano pronto a spiccare il volo sul mare. In una di queste ali, sbirciando dalla grata di una finestra, ho intravisto un laboratorio abbandonato con delle mensole cariche di vasi di ceramica.

Mi hanno detto che ci lavorava un ragazzo un po’ particolare: sempre in compagnia di un vecchio cane e addirittura di un pappagallo che spesso teneva sulla spalla. Un'artista che veniva qui a modellare e a vendere i suoi finti d'autore. Da queste parti si dice abbia avuto una vita molto controversa, dovrebbe avere all'incirca la tua età.

Ho anche scattato un po’ di foto del casale, dei vasi e della zona che ti allego.



Non sono molto distante dall'università, la Baia Vallugola è tra Pesaro e Gabicce, a cavallo tra Marche e Romagna, meno di un'oretta di macchina e potrei essere in ufficio, anche se qua mi sembra di essere distante migliaia di chilometri dalla vita quotidiana. Non so se ci sei mai stata, è una zona abbastanza difficile da trovare se non si è del luogo, una piccola baia a picco sul mare nascosta e protetta dal colle San Bartolo, nel mezzo del parco.

Rilassante, se non fosse per questo mistero che mi pereguita...

Ti abbracio,

Bea.

lunedì 9 febbraio 2009

Terza lettera.

Mia cara,
oggi le tracce di Ana mi hanno portato ad un albergo, che sta su un dirupo, da cui si può osservare il mare. Un dirupo che è come un falco che sta lì, immobile, ad osservare.

Cosa guardava? Mi domando.

Io ho provato un gran disagio.

Mi hanno detto che Ana era andata lì per un periodo e che vi alloggiava da sola… Che cosa ci faceva Ana, qui in quest’albergo? Perché non era con la sua famiglia? Cosa cercava? Distrazione e solitudine… amore? Forse un po’ di tutto questo?

Forse rifletteva sulla sua strada: lasciar perdere ogni cosa alle sue spalle alla ricerca di nuove esperienze e magari di un amore nuovo…

Ma perché? E come lo voleva lei il suo amore?

Serio ed affidabile? O travolgente e passeggero?

Un amore a cui darsi totalmente, succeda quel che succeda, o un amore da prendere con riserva?


Io continuerò a cercare, perché la cosa mi appassiona sempre di più… e sono certa che appassionerà anche te, quando al tuo ritorno leggerai le miei lettere…
Non mi darò mai per vinta finché non ne verrò a capo e sono certa che, insieme, potremmo farcela.

Ti aspetto presto,

la tua Bea.

venerdì 6 febbraio 2009

Prime tracce.

Inizio col ringraziare di cuore i numerosi amici che mi stanno seguendo…
Non mi aspettavo di certo così tanta affluenza. Significa che proverò ad essere più rapida nelle mie ricerche!
Perdonate quindi la pigrizia e se non rispondo subito, ma ho sempre sotto controllo la situazione.
Procediamo con il riepilogo della situazione.

ELENCO ELEMENTI

- Ana, donna sposata, ma indipendente… una manager.
- Beatrice, donna single e misteriosa… un insegnante-giornalista.
- Un luogo, misterioso (so che la mia prof si trova in una casa immersa nel verde)
- Un quadro. Con il ritratto di Ana. (che allego nel post)





PRIMA CONSIDERAZIONE

“So di affidarti un compito per niente facile, che potrebbe portarti alla scoperta di verità fin troppo crude. “

“Dicono ci sia un segreto tra queste mura e vorrei che tu lo scoprissi insieme a me a poco alla volta. Si chiama Ana la donna misteriosa del quadro che sto guardando.”

Contraddizione. "Dicono che ci sia un segreto" .... "So di affidarti…" ... "Scoperta di verità."

Come mai prima si parla di un dubbio e poi di una certezza?

Beatrice sapeva già qualcosa, ma non vuole dirmelo subito.
I casi sono due:

  1. Beatrice conosce già la donna.
  2. La donna è lei stessa.

SECONDA CONSIDERAZIONE

“Oggi c’è fretta, si comunica poco, non ci si capisce più, ciascuno sta chiuso nel proprio egoismo. Non si è più è disposti a soffrire, a sacrificarsi, a lasciar perdere.” Dice Bea.

C’è malinconia è sofferenza nelle parole. In prima analisi, mi sembra più una questione di rabbia personale.

Ma può una donna essere così tanto legata alle vecchie forme di scrittura, da “aggredire” in maniera così aspra le nuove tecnologie?

“Egoismo”, “sofferenza”, “sacrificio”…

Poca comunicazione e problemi in famiglia. … Poca voglia di lasciar perdere.
Abbiamo detto che non è il tipo di comunicazione che fa la differenza, ma le persone che non sono più disposte a dialogare.

Rifletto. Oggi con un sms risolviamo questioni e discutiamo. 180 caratteri forse non bastano per dialogare davvero. Un tempo c’erano le lettere, ma sono sempre dei “media”, che si interpongono nella comunicazione. Che trasferiscono informazioni distorte. Che aggiungono ansie, dubbi e solitudine.

Quanti equivoci ci possono portare al dolore?

L’sms ha potuto condurre ad una incomprensione che poi era fasulla?

Ciò potrebbe giustificare la sua rabbia.

Ditemi cosa ne pensate...

Un abbraccio, Pandora.

mercoledì 4 febbraio 2009

Seconda lettera

Mia cara
le ricerche sulla donna scomparsa mi hanno portato ad Anastasia, Ana per gli amici.
Me l’ hanno descritta come una donna, sposata forte con ottime doti manageriali.
Tutto il caso sembra essere partito da un sms sconvolgente.

Riflettevo fra me e me: "Ana …e il marito…"
Un tempo non c’erano sms, i problemi venivano discussi in casa, si smussavano, si cercava di capire. Guarada la fretta con cui leggi le mail che ti sto mandando. E rifletti anche sul diverso oggetto della mia comunicazione. Ho scelto la comuniczione epistolare per entrare in contatto con te... perchè è più calda. Forse ti può far riflettere di più...
Oggi c’è fretta, si comunica poco, non ci si capisce più, ciascuno sta chiuso nel proprio egoismo.
Non si è più è disposti a soffrire, a sacrificarsi, a lasciar perdere.
Tu che ne pensi?

Sarai con me sulle tracce di Ana?
Dobbiamo trovarla…

Ti saluto caramente
La tua prof. Beatrice

venerdì 30 gennaio 2009

Prima lettera.

Mia cara,

da qualche tempo stavo pensando a te, per un caso che mi assilla molto.

Facendo delle ricerche sono venuta a conoscenza di un fatto a dir poco inquietante. Vorrei andarci a fondo, ma a parte il poco tempo e la pigrizia, mi mancano i mezzi tecnici per farlo.

Sto parlando di quelle macchine infernali che voi giovani sapete usare così bene e per le quali io ho un’avversione congenita!
Fidando nella vivacità intellettiva e nell’assenza di pregiudizi che ti caratterizzano, vorrei te ne occupassi tu.

Spero tanto che tu possa aiutarmi, dal canto mio avrai un supporto costante con altre lettere, dove ti comunicherò notizie e ricerche.
Dicono ci sia un segreto tra queste mura e vorrei che tu lo scoprissi insieme a me a poco alla volta. Si chiama Ana la donna misteriosa del quadro che sto guardando.

So di affidarti un compito per niente facile, che potrebbe portarti alla scoperta di verità fin troppo crude, per questo nel caso tu accettassi, ti chiedo fin d’ora senso di responsabilità, spirito di sacrificio e coraggio.
In ogni caso non sentirti obbligata, mi dispiacerebbe se il cammino appena intrapreso si dovesse interrompere per qualsiasi motivo...
Mi farò viva presto.
Beatrice Lugli.

p.s. Coraggio, ho fiducia nelle tue capacità.

martedì 27 gennaio 2009

Il perchè di questo blog

Possono essere tanti i motivi per i quali una giovane laureanda decide di aprire il suo primo blog: distrazione dallo studio, condivisione delle proprie esperienze con gli amici oppure una semplice necessità di scrivere, per passione.

E invece no. Quello che è successo a me, ha qualcosa di più triste.

Beatrice. Era questo il nome della mia giovane relatrice per la tesi. Defunta pochi giorni fa, in seguito ad un indicente stradale. Proprio mentre io ero in viaggio.

Sono appena tornata da i miei due mesi a Orlando, dove stavo preparando la tesi in giornalismo: “Aspetti tecnici e stilistici del racconto giallo americano”. E appena rientrata in appartamento, la mia coinquilina, mi mostra delle lettere che mi sono arrivate durante la mia assenza.

Il mittente è proprio lei, la mia professoressa.
Apro subito la prima e inizio a leggere.
Tra le righe intuisco già qualcosa di inquietante: forse anche lei stava facendo delle ricerche.

Mi parla di un posto, che sembra essere non molto distante dall’università, dove si era recata per scrivere un libro.
Abbiamo avuto sempre un buon rapporto ed è per questo che al tempo avevo deciso di scegliere lei come mia relatrice. Parlava molto delle sue esperienze passate e le piaceva condividere le sue emozioni.

Forse il suo intento era quello di aiutarmi nella tesi?
Oppure era semplicemente ancora voglia di raccontare la sua vita?

Ci siamo sentite spesso via mail per discutere della tesi, ma non mi aveva mai detto né cosa stava facendo, né che mi stava scrivendo delle lettere.

Il tono della prima lettera e stranamente severo e monitore, e mi fa intuire che c’è un insegnamento di vita, più che scolastico, tra le righe. Non posso dire di conoscere questa donna così tanto da intuire immediatamente il suo messaggio. Ma non posso neanche negare che ho notato fin dal primo giorno, che c’era qualcosa di cupo nel suo sguardo.

Magari sono solo condizionata dall’avere in mano delle lettere scritte da una donna che oggi non c’è più. Oppure, semplicemente, la mia passione per i racconti gialli mi porta a viaggiare con la fantasia.

Fantasia?

E’ chiaro il riferimento ad un segreto, che lei chiama: “Il segreto di Ana”.

Ho deciso per questo di andare a fondo nella questione. Ma nonostante i due mesi di ricerca passati sui testi gialli e i miei quasi quattro anni di studio, mi rendo conto già da subito, di non essere preparata ad affrontare un segreto forse reale.
La prof. voleva farmi ragionare su qualcosa. Posterò per questo le lettere una alla volta, sperando che anche grazie ai vostri commenti, possa riuscire a capire cosa le stava succedendo.

Per questione di Privacy e rispetto verso una persona deceduta, non riporterò mai nomi e cognomi reali.