venerdì 30 gennaio 2009

Prima lettera.

Mia cara,

da qualche tempo stavo pensando a te, per un caso che mi assilla molto.

Facendo delle ricerche sono venuta a conoscenza di un fatto a dir poco inquietante. Vorrei andarci a fondo, ma a parte il poco tempo e la pigrizia, mi mancano i mezzi tecnici per farlo.

Sto parlando di quelle macchine infernali che voi giovani sapete usare così bene e per le quali io ho un’avversione congenita!
Fidando nella vivacità intellettiva e nell’assenza di pregiudizi che ti caratterizzano, vorrei te ne occupassi tu.

Spero tanto che tu possa aiutarmi, dal canto mio avrai un supporto costante con altre lettere, dove ti comunicherò notizie e ricerche.
Dicono ci sia un segreto tra queste mura e vorrei che tu lo scoprissi insieme a me a poco alla volta. Si chiama Ana la donna misteriosa del quadro che sto guardando.

So di affidarti un compito per niente facile, che potrebbe portarti alla scoperta di verità fin troppo crude, per questo nel caso tu accettassi, ti chiedo fin d’ora senso di responsabilità, spirito di sacrificio e coraggio.
In ogni caso non sentirti obbligata, mi dispiacerebbe se il cammino appena intrapreso si dovesse interrompere per qualsiasi motivo...
Mi farò viva presto.
Beatrice Lugli.

p.s. Coraggio, ho fiducia nelle tue capacità.

martedì 27 gennaio 2009

Il perchè di questo blog

Possono essere tanti i motivi per i quali una giovane laureanda decide di aprire il suo primo blog: distrazione dallo studio, condivisione delle proprie esperienze con gli amici oppure una semplice necessità di scrivere, per passione.

E invece no. Quello che è successo a me, ha qualcosa di più triste.

Beatrice. Era questo il nome della mia giovane relatrice per la tesi. Defunta pochi giorni fa, in seguito ad un indicente stradale. Proprio mentre io ero in viaggio.

Sono appena tornata da i miei due mesi a Orlando, dove stavo preparando la tesi in giornalismo: “Aspetti tecnici e stilistici del racconto giallo americano”. E appena rientrata in appartamento, la mia coinquilina, mi mostra delle lettere che mi sono arrivate durante la mia assenza.

Il mittente è proprio lei, la mia professoressa.
Apro subito la prima e inizio a leggere.
Tra le righe intuisco già qualcosa di inquietante: forse anche lei stava facendo delle ricerche.

Mi parla di un posto, che sembra essere non molto distante dall’università, dove si era recata per scrivere un libro.
Abbiamo avuto sempre un buon rapporto ed è per questo che al tempo avevo deciso di scegliere lei come mia relatrice. Parlava molto delle sue esperienze passate e le piaceva condividere le sue emozioni.

Forse il suo intento era quello di aiutarmi nella tesi?
Oppure era semplicemente ancora voglia di raccontare la sua vita?

Ci siamo sentite spesso via mail per discutere della tesi, ma non mi aveva mai detto né cosa stava facendo, né che mi stava scrivendo delle lettere.

Il tono della prima lettera e stranamente severo e monitore, e mi fa intuire che c’è un insegnamento di vita, più che scolastico, tra le righe. Non posso dire di conoscere questa donna così tanto da intuire immediatamente il suo messaggio. Ma non posso neanche negare che ho notato fin dal primo giorno, che c’era qualcosa di cupo nel suo sguardo.

Magari sono solo condizionata dall’avere in mano delle lettere scritte da una donna che oggi non c’è più. Oppure, semplicemente, la mia passione per i racconti gialli mi porta a viaggiare con la fantasia.

Fantasia?

E’ chiaro il riferimento ad un segreto, che lei chiama: “Il segreto di Ana”.

Ho deciso per questo di andare a fondo nella questione. Ma nonostante i due mesi di ricerca passati sui testi gialli e i miei quasi quattro anni di studio, mi rendo conto già da subito, di non essere preparata ad affrontare un segreto forse reale.
La prof. voleva farmi ragionare su qualcosa. Posterò per questo le lettere una alla volta, sperando che anche grazie ai vostri commenti, possa riuscire a capire cosa le stava succedendo.

Per questione di Privacy e rispetto verso una persona deceduta, non riporterò mai nomi e cognomi reali.