giovedì 26 febbraio 2009

Il falso gioco delle coppie

Mia cara,

spero che la tua ricerca su Ana sia stata finora fruttuosa. Sicuramente ti sarai fatta un’idea di lei, della sua personalità.
Spero che tu abbia capito che si tratta di una donna tradita.

E' stato un sms ad inchiodare il marito e le tante mail ritrovate più tardi, le mostrarono una verità che non avrebbe mai potuto neanche immaginare.

Mi sembra di conoscere perfettamente questa donna, e invece so di lei solo attarevrso la voce delle persone con cui ho parlato: il suo orgoglio di donna ferita, una donne forte, una donna in carriera .... una famiglia perfetta.
Suo marito: il migliore degli uomini!
Il tradimento: solo agli altri, non a lei!

E’ la sua dignità che l’ha porta qui. Via da tutto.
E’ la sua sofferenza, il suo nascondersi, che la fa scappare. Via dal mondo. Magari per sempre…

Si tratta di una debolezza o di una forma di ribellione?
Dimmelo tu... perchè io non ho risposte... sono troppo dentro la sua generazione, mi riscopro troppo in questa donna..


Un tempo le donne subivano in silenzio, si nascondevano dietro la facciata del perbenismo, si vergognavano, negavano.
Oggi le cose sono parzialmente cambiate anche se la società in cui viviamo, di stampo ancora troppo maschilista, è più propensa a chiudere un occhio sul tradimento dell’uomo e condanna la donna specie se madre.

Eppure Ana, aveva tutto il diritto di rifarsi una vita, senza problemi.

Mentre fugge, brutalmente, piuttosto che sottoscrivere il falso gioco delle coppie.

Scusa il mio sfogo.
Bea.

martedì 24 febbraio 2009

Il Vaso

C’è un vaso nel laboratorio. Si tratta di un vaso molto particolare, non è come gli altri vasi ancora grezzi, da finire di lavorare o da cuocere, è finito e già pitturato. É molto grande, decorato con la figura di una danzatrice che si abbranca all’orlo. Ha il corpo nudo e muscoloso di un marroncino sfumato, le gambe piegate e le braccia sollevate. Quasi a voler reggere in uno sforzo supremo il vaso gigantesco. Una crocchia di capelli biondi le illumina il dorso tratteggiato da grosse linee marroni su sfondo bianco.

Bea



Una lettera brevissima quest'ultima .. che mi lascia solo interrogativi e poche certezze su cosa sia potuto succedere a Bea prima di morire o ad Ana, la donna della quale era alla ricerca..

Perché Bea mi ha scritto una lettere parlando solo ed esclusivamente di questo vaso? Cosa ha di particolare? Perché con tutto quello che aveva attorno proprio quel vaso ha suscitato la sua attenzione?

Mi ha inviato anche la sua fotografia ma non posso pubblicarla nella sua versione originale per evitare di violare possibili diritti d'autore, in fin dei conti non so bene da dove venga questo vaso.. ho quindi optato per un artwork che lo offuschi un pochino.

Che senso ha dopo avermi raccontato una vicenda umana del genere , pregna di sentimenti forti, soffermarsi così tanto su un semplice vaso? Quale potrà essere il suo vero valore o dietro questo vaso c'è una metafora che non riesco ad afferrare?

Sono più confusa che mai.... P.

martedì 17 febbraio 2009

La fuga

La fuga... avrei dovuto parlartene prima.

Io è da tanto che ci penso, perché so che una cosa: Ana se n'è andata da sola per le ferie estive lasciando tutto e tutti senza dire nemmeno dove andava. Perchè?
Per quale motivo ha scelto la pace di una spiaggetta sassosa, lontana dalla città dai suoi affetti?

All'albergo è arrivata sola, di questo sono sicura, mia cara.

Me l'hanno descritta come una donna stanca e senza troppa voglia di parlare, piena di risentimento e desiderosa solo di pace ...ma anche di vendetta, mi viene da dire.

Perchè una persona appagata se ne sta tranquilla, non cerca altro, ma lei non sembrava esserlo.
Probabilmente quel famoso sms scoperto per caso le ha fatto capire tante cose, ha mandato in frantumi tutte le sue certezze, di donna e di moglie felice, mi hanno detto di averla vista piangere sola al bar, distrutta.

Penso che per capirla davvero è necessario conoscere questo suo cammino interiore, per quanto le nostre vite siano diverse, anche se io non ho né marito né figli, un po alla volta mi sto immedesimando in lei sempre di più: il dolore iniziale, la rabbia, la voglia di sentirsi ancora amata e protetta.

Che cosa pensi tu, di una donna che non perdona e che si affida a un nuovo amore nonostante tutto?
A presto,
Bea

venerdì 13 febbraio 2009

Facciamo il punto

Per non perdere la strada ricapitolo i punti salienti:

PERSONE COINVOLTE
il ragazzo
Ana
La prof. Bea

IL BACKGROUND E I LUOGHI

Baia Vallugola
albergo
casolare

  1. Bea si trova in Baia Vallugola.
  2. Visita un albergo e un casolare bianco.
  3. Parla di una donna e di un suo ritratto.
  4. Esiste un ragazzo, dalla vita controversa, un'artista all’incirca della mia età.


QUESITI:

  1. Dove si trova il quadro con il ritratto di Ana?
  2. In quale abitazione si trova Bea?
RIFLESSIONI:

Il posto in cui si trovava la mia insegnate è una baia turistica, il ragazzo di cui parla si può “concedere il lusso” di passare lì anche un week end. Evidentemente non è un forestiero. Bea, quindi, potrebbe conoscere questo ragazzo perchè magari è della sua stessa zona.

Infatti. Notate questa espressione, apparentemente irrilevante:


.... Non sono molto distante dall'università, la Baia Vallugola è tra Pesaro e Gabicce, a cavallo tra Marche e Romagna, meno di un'oretta di macchina e potrei essere in ufficio...

Bea continua dicendo:

… … anche se qua mi sembra di essere distante migliaia di chilometri dalla vita quotidiana. …. è una zona abbastanza difficile da trovare se non si è del luogo…..

Isolamento e stacco dal quotidiano. Una baia, lontana da occhi indiscreti. Un punto di incontro tra vite che agli occhi degli altri vivono parallele e distanti.

Cosa si sta celando?
Un ragazzo della mia età e Ana, donna all’incirca dell’età della Prof, non è una coincidenza assurda?
Cioè... quello che intendo farvi notare è questo

Ragazzo = Pandora
Ana = Bea

Si può amare un ragazzo così tanto più giovane?
Oppure questa “misteriosa” Ana, nascondeva un figlio illegittimo?

E ancora ribadisco:
  1. Perchè Bea ha preso tanto a cuore questo tema e ha deciso di dirlo a me?
  2. E perchè si nasconde dietro a delle lettere che mi ha spedito quando sapeva che io non potevo leggerle?
  3. Se aveva bisogno di una "mano" in quel momento, non poteva scrivermi delle mail?

mercoledì 11 febbraio 2009

Quarta lettera.

Mia cara,
sono tornata oggi dall’albergo di cui ti ho parlato e sono arrivata ad un casolare bianco, con due ali laterali, una casa molto bella, quasi mi ricorda le ali di un gabbiano pronto a spiccare il volo sul mare. In una di queste ali, sbirciando dalla grata di una finestra, ho intravisto un laboratorio abbandonato con delle mensole cariche di vasi di ceramica.

Mi hanno detto che ci lavorava un ragazzo un po’ particolare: sempre in compagnia di un vecchio cane e addirittura di un pappagallo che spesso teneva sulla spalla. Un'artista che veniva qui a modellare e a vendere i suoi finti d'autore. Da queste parti si dice abbia avuto una vita molto controversa, dovrebbe avere all'incirca la tua età.

Ho anche scattato un po’ di foto del casale, dei vasi e della zona che ti allego.



Non sono molto distante dall'università, la Baia Vallugola è tra Pesaro e Gabicce, a cavallo tra Marche e Romagna, meno di un'oretta di macchina e potrei essere in ufficio, anche se qua mi sembra di essere distante migliaia di chilometri dalla vita quotidiana. Non so se ci sei mai stata, è una zona abbastanza difficile da trovare se non si è del luogo, una piccola baia a picco sul mare nascosta e protetta dal colle San Bartolo, nel mezzo del parco.

Rilassante, se non fosse per questo mistero che mi pereguita...

Ti abbracio,

Bea.

lunedì 9 febbraio 2009

Terza lettera.

Mia cara,
oggi le tracce di Ana mi hanno portato ad un albergo, che sta su un dirupo, da cui si può osservare il mare. Un dirupo che è come un falco che sta lì, immobile, ad osservare.

Cosa guardava? Mi domando.

Io ho provato un gran disagio.

Mi hanno detto che Ana era andata lì per un periodo e che vi alloggiava da sola… Che cosa ci faceva Ana, qui in quest’albergo? Perché non era con la sua famiglia? Cosa cercava? Distrazione e solitudine… amore? Forse un po’ di tutto questo?

Forse rifletteva sulla sua strada: lasciar perdere ogni cosa alle sue spalle alla ricerca di nuove esperienze e magari di un amore nuovo…

Ma perché? E come lo voleva lei il suo amore?

Serio ed affidabile? O travolgente e passeggero?

Un amore a cui darsi totalmente, succeda quel che succeda, o un amore da prendere con riserva?


Io continuerò a cercare, perché la cosa mi appassiona sempre di più… e sono certa che appassionerà anche te, quando al tuo ritorno leggerai le miei lettere…
Non mi darò mai per vinta finché non ne verrò a capo e sono certa che, insieme, potremmo farcela.

Ti aspetto presto,

la tua Bea.

venerdì 6 febbraio 2009

Prime tracce.

Inizio col ringraziare di cuore i numerosi amici che mi stanno seguendo…
Non mi aspettavo di certo così tanta affluenza. Significa che proverò ad essere più rapida nelle mie ricerche!
Perdonate quindi la pigrizia e se non rispondo subito, ma ho sempre sotto controllo la situazione.
Procediamo con il riepilogo della situazione.

ELENCO ELEMENTI

- Ana, donna sposata, ma indipendente… una manager.
- Beatrice, donna single e misteriosa… un insegnante-giornalista.
- Un luogo, misterioso (so che la mia prof si trova in una casa immersa nel verde)
- Un quadro. Con il ritratto di Ana. (che allego nel post)





PRIMA CONSIDERAZIONE

“So di affidarti un compito per niente facile, che potrebbe portarti alla scoperta di verità fin troppo crude. “

“Dicono ci sia un segreto tra queste mura e vorrei che tu lo scoprissi insieme a me a poco alla volta. Si chiama Ana la donna misteriosa del quadro che sto guardando.”

Contraddizione. "Dicono che ci sia un segreto" .... "So di affidarti…" ... "Scoperta di verità."

Come mai prima si parla di un dubbio e poi di una certezza?

Beatrice sapeva già qualcosa, ma non vuole dirmelo subito.
I casi sono due:

  1. Beatrice conosce già la donna.
  2. La donna è lei stessa.

SECONDA CONSIDERAZIONE

“Oggi c’è fretta, si comunica poco, non ci si capisce più, ciascuno sta chiuso nel proprio egoismo. Non si è più è disposti a soffrire, a sacrificarsi, a lasciar perdere.” Dice Bea.

C’è malinconia è sofferenza nelle parole. In prima analisi, mi sembra più una questione di rabbia personale.

Ma può una donna essere così tanto legata alle vecchie forme di scrittura, da “aggredire” in maniera così aspra le nuove tecnologie?

“Egoismo”, “sofferenza”, “sacrificio”…

Poca comunicazione e problemi in famiglia. … Poca voglia di lasciar perdere.
Abbiamo detto che non è il tipo di comunicazione che fa la differenza, ma le persone che non sono più disposte a dialogare.

Rifletto. Oggi con un sms risolviamo questioni e discutiamo. 180 caratteri forse non bastano per dialogare davvero. Un tempo c’erano le lettere, ma sono sempre dei “media”, che si interpongono nella comunicazione. Che trasferiscono informazioni distorte. Che aggiungono ansie, dubbi e solitudine.

Quanti equivoci ci possono portare al dolore?

L’sms ha potuto condurre ad una incomprensione che poi era fasulla?

Ciò potrebbe giustificare la sua rabbia.

Ditemi cosa ne pensate...

Un abbraccio, Pandora.

mercoledì 4 febbraio 2009

Seconda lettera

Mia cara
le ricerche sulla donna scomparsa mi hanno portato ad Anastasia, Ana per gli amici.
Me l’ hanno descritta come una donna, sposata forte con ottime doti manageriali.
Tutto il caso sembra essere partito da un sms sconvolgente.

Riflettevo fra me e me: "Ana …e il marito…"
Un tempo non c’erano sms, i problemi venivano discussi in casa, si smussavano, si cercava di capire. Guarada la fretta con cui leggi le mail che ti sto mandando. E rifletti anche sul diverso oggetto della mia comunicazione. Ho scelto la comuniczione epistolare per entrare in contatto con te... perchè è più calda. Forse ti può far riflettere di più...
Oggi c’è fretta, si comunica poco, non ci si capisce più, ciascuno sta chiuso nel proprio egoismo.
Non si è più è disposti a soffrire, a sacrificarsi, a lasciar perdere.
Tu che ne pensi?

Sarai con me sulle tracce di Ana?
Dobbiamo trovarla…

Ti saluto caramente
La tua prof. Beatrice